Fare sport allunga la vita, lo dice la scienza!
Che fare sport faccia bene alla salute è risaputo, ma forse in pochi immaginavano che per vivere più a lungo è importante sudare. È quanto afferma il nuovo studio dell’American Heart Association (Aha) pubblicato sulla rivista “Circulation”, che mette in evidenza i benefici dell’attività fisica sulla longevità dell’uomo.
Ad oggi la principale causa di invalidità e mortalità nei paesi industrializzati è rappresentata dalle malattie cronico-degenerative, caratterizzate da un’infiammazione cronica di base. Tra le principali si annoverano: malattie cardiovascolari (es. ipertensione, infarto), malattie dismetaboliche (es. diabete, obesità, dislipidemia), neoplasie (es. adenocarcinoma del polmone, leucemia), disturbi respiratori cronici (es. asma, bronco pneumopatie ostruttive), e malattie psichiche (depressione, schizofrenia). L’eziologia alla base delle malattie croniche è multifattoriale e sicuramente il consumo di tabacco e alcool, la dieta (scorretta, ipercalorica, non equilibrata), la sedentarietà o l’inattività ne sono la cause principali.
L’attività fisica, oltre ad aiutare nella perdita di peso corporeo o a contribuire ad un buon mantenimento di questo riduce lo stress. Tutto questo porta giovamento anche da un posto di vista psicologico, si è visto essere fondamentale nella riduzione dell’infiammazione cronica.
Come si esprime l’Organizzazione Mondiale della Sanità su come fare sport
Le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomandano di fare sport 150-300 minuti a settimana di attività fisica moderata, o 75-150 minuti di vigorosa, o una combinazione di entrambe le intensità.
Dall’analisi pubblicata in questo nuovo studio è stato determinato che gli adulti che svolgono da due a quattro volte la quantità di attività fisica moderata o vigorosa attualmente raccomandata, presentano un rischio di mortalità significativamente ridotto rispetto a chi non la fa. In particolare, la riduzione è del 31% per malattie cardiovascolari e del 15% per malattie non cardiovascolari in quanti hanno svolto attività fisica vigorosa. Per coloro che hanno svolto attività fisica moderata, il rischio scende invece al 22-25% di mortalità per malattie cardiovascolari, con un rischio inferiore del 19-20% di mortalità non cardiovascolari.
Nell’analisi, inoltre, non sono stati riscontrati effetti dannosi negli individui che hanno riferito di impegnarsi quattro volte di più rispetto i livelli raccomandati. Le persone dovrebbero scegliere la giusta quantità e intensità di attività fisica nel corso della loro vita per mantenere la loro salute generale. Ovviamente, per trarre i massimi benefici, è necessario abbinare anche una dieta equilibrata e un’alimentazione adeguata rispetto lo sforzo compiuto.