Il ruolo dell’infiammazione nell’invecchiamento
Il ruolo dell’infiammazione nell’invecchiamento è determinato da un’infiammazione sistemica cronica di basso grado, un particolare stato infiammatorio dell ‘organismo che si riscontra in molte malattie senili, incluse quelle metaboliche.
Per questo è stato introdotto il termine Inflammaging che deriva, appunto, dalle due parole inglesi “inflammation” ed “aging” ovvero infiammazione e invecchiamento. Generalmente si intende per infiammazione un processo fisiologico in risposta agli stimoli e agli stress esterni (chimici, fisici o biologici). In questo caso, invece, si intende un una stimolazione continua, subdola e asintomatica del sistema immunitario innato, che a lungo termine favorisce un invecchiamento precoce delle cellule e quindi dell’organismo.
“Inflamm”: chi sono i protagonisti dell’infiammazione?
Sono diversi i fattori che partecipano all’infiammazione, meccanismi fisiologici del sistema immunitario, oppure ormoni del sistema endocrino che l’organismo non è più in grado di controllare e modulare, nello specifico:
- produzione di specie reattive dell’ ossigeno (ROS) e radicali liberi non compensata;
- eccessivo rilascio di citochine proinfiammatorie ( IL6, IL1α, IL1beta,TNFα);
- disregolazione degli ormoni dello stress come il cortisolo;
- eccessiva produzione di acidi grassi azione pro-infiammatoria, come l’ acido arachidonico.
“Aging”: qual è il ruolo dell’infiammazione nell’invecchiamento e nelle patologie ad esso associate?
Quest’infiammazione cronica di basso grado si riscontra e spesso ne è cofattore e concausa, in una serie di patologie associate all’invecchiamento, ovvero nella quali l’età è un fattore di rischio:
- La patogenesi delle malattie cardiovascolari come l’aterosclerosi, la trombosi e l’ipertensione è strettamente correlata ai processi infiammatori ed al grado di infiammazione sistemica dell’ organismo.
- Le malattie metaboliche come il diabete di tipo 2.
- Le patologie neurodegenerative alla base delle quali vi sono una serie di processi neuroinfiammatori come il morbo di Alzheimer.
L’inflammaging è anche alla base anche delle patologie cronico-degenerative osteoarticolari come artrite e osteoporosi, delle patologie reumatiche e autoimmuni.
Quali sono gli stimoli che promuovono l’inflammaging?
Diversi fattori possono innescare e sostenere questo tipo di infiammazione, sia fattori esterni come infezioni, sia caratteristiche delle cellule stesse dell’organismo. Infatti un soggetto può essere geneticamente predisposto ad avere un sistema immunitario più suscettibile e più propenso a mantenere un più alto e costante grado di infiammazione.
Inoltre, in questo contesto gioca un ruolo importante il microbiota intestinale grazie alla sua capacità di comunicare e interferire con dieta, metabolismo e la fondamentale capacità di stimolare e regolare l’immunità innata. In sintesi gli stimoli che promuovono l’inflammaging sono:
- infezioni virali ricorrenti
- infezioni batteriche ricorrenti
- detriti cellulari
- componenti cellulari danneggiati come proteine mal funzionanti e ossidate
- disbiosi intestinale
Come contrastare l’infiammazione e rallentare l’invecchiamento?
L’alimentazione e la dieta hanno un compito fondamentale nel prevenire l’instaurarsi di questi processi. Ben noti sono gli acidi grassi essenziali omega 3 sono tra le più importanti molecole ad azione antinfiammatoria che il nostro corpo deve necessariamente assumere.
Alcuni studi sottolineano che un buon alleato nella prevenzione dell’infiammazione è la restrizione calorica. Infatti diverse tipologie di diete determinano una specifica risposta da parte dell’organismo che permette alle cellule di “riciclare” e “riutilizzare” le proprie componenti eliminando così le strutture danneggiate e rinnovandole.
Questo si può ottenere con diversi approcci come ad esempio la dieta del digiuno intermittente, la dieta chetogenica, la dieta VLCKD, la dieta metabolica. E’, quindi, molto importante trovare l’approccio e la dieta più adatta all’individuo, alla specifica situazione e al determinato periodo della vita.
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Per limitare il ruolo dell’infiammazione nell’invecchiamento e prevenire l’infiammazione sistemica cronica di basso grado servono le seguenti azioni:
- avere un’educazione alimentare e migliorare la qualità dell’ alimentazione e del cibo;
- mantenere il peso corporeo costante per evitare squilibri ormonali;
- fare attività fisica regolare, ma non eccessiva e non improvissata al fine di conservare una buona massa muscolare;
- limitare lo stress psico-fisico e riequilibrare il rapporto tra sistema nervoso simpatico e parasimpatico;
- individuare il corretto stile di vita eliminando cattive abitudini.
Ad oggi oltre alle analisi degli ormoni salivari possiamo quantificare da saliva altri due parametri:
- IL6 – parametro per l’ infiammazione, è una delle più importanti citochine pro-infiammatorie, i livelli salivari di IL-6 sono direttamente correlati al grado di infiammazione dell’organismo.
- DPPH – parametro per lo stress ossidativo che permette di valutare la disponibilità di molecole antiossidanti e quindi la capacità dell’organismo di compensare lo stress cellulare.
Conoscendo lo stato iniziale di una persona è possibile, attraverso la nutrizione di precisione, limitare il ruolo dell’infiammazione nell’invecchiamento grazie all’alimentazione, lo stile di vita e l’integrazione.
In questo modo puoi ripristinare l’equilibrio tra le molecole proinfiammatorie e quelle antinfiammatorie, ritrovare energia e poter dedicarti ad impegni e piaceri della vita!!!
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