Non tutti possono fare diete estreme

 

Le diete estreme non sono adatte a tutti perché non siamo tutti uguali e il nostro corpo reagisce in modo diverso agli stimoli esterni. Infatti noi siamo il risultato di molti fattori:

  1. il nostro patrimonio genetico
  2. i microorganiasmi che vivono in simbiosi con noi
  3. la nostra alimentazione e stile di vita
  4. il contesto socio-culturale in cui viviamo

Cosa intendo con dieta estrema?

Le diete estreme sono quei programmi alimentari che hanno una forte restrizione calorica (ipocalorica, digiuni o altri nomi commerciali) oppure che eliminano alcuni nutrienti per stimolare vie metaboliche alternative (chetogenica o keto diet o altri nomi commerciali).

Perché fare una dieta estrema?

I motivi per cui ci cimentiamo per iniziare una dieta estrema sono:

  1. vogliamo ottenere dei risultati molto velocemente
  2. abbiamo già fatto altri tentativi ma non ci sono stati risultati
  3. siamo convinti di meritarci un periodo di dieta “punitiva”

Quali sono i limiti di una dieta estrema?

Innanzitutto, per fare una dieta estrema ci vuole grande determinazione e motivazione. Inoltre, bisogna anche avere la possibilità di poter scegliere sempre gli alimenti di cui abbiamo bisogno tutti i giorni e durante tutti i pasti della giornata. Risolti i problemi organizzativi e motivazionali durante i mesi di dieta, il problema più grande di una dieta estrema rimane la gestione del periodo successivo alla dieta. Infatti, quando abbiamo raggiunto i risultati, ritorniamo a mangiare in modo “casuale” e, inevitabilmente, riprendiamo tutti i chili persi se non di più. Il risultato è devastante sia a livello fisico ma anche a livello psicologico perché iniziamo a scalfire la nostra autostima.

Se avete fatto una dieta estrema e non volete perdere i risultati raggiunti è il momento di imparare a mangiare!

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Quando non è consigliabile una dieta estrema?

In presenza di alcune patologie o mutazioni genetiche le diete estreme sono altamente sconsigliabili, in particolare se:

  • hai malattie croniche come: diabete, pressione alta, problemi cardiovascolari o problemi al fegato e reni.
  • l’organismo è predisposto geneticamente ad avere scarse difese antiossidanti.
  • sono presenti delle mutazioni genetiche che causano il deficit di acil-CoA deidrogenasi. Queste mutazioni (se presenti in eterozigosi) in genere, non creano problemi evidenti, ma possono essere causa di sintomi fastidiosi in caso di diete estreme.

Cosa si intende con scarse difese antiossidanti?

Le difese antiossidanti sono i processi metabolici in grado di eliminare le specie chimiche reattive dette anche radicali liberi: molecole potenzialmente lesive per le cellule. Il nostro organismo ha a disposizione un complesso sistema di difesa, costituito dall’insieme degli antiossidanti in grado di prevenire o annullare l’azione ossidante dei radicali liberi. Gli antiossidanti possono essere molecole prodotte dal nostro corpo oppure provenienti dall’alimentazione.

Un’appropriata analisi genetica può individuare se siamo predisposti o no ad avere dei gap a livello di questi meccanismi antiossidanti e individuare la giusta strategia per prevenire malattie o migliorare i sintomi di malattie già in corso.

Cos’è il deficit di acil-CoA deidrogenasi?

Il deficit di acil-CoA deidrogenasi è dovuto a varie mutazioni genetiche che impediscono all’organismo di convertire gli acidi grassi in energia. L’organismo ha la necessità di convertire gli acidi grassi specialmente durante i periodi di digiuno o chetosi.

Esistono diverse mutazioni dell’enzima acil-CoA deidrogenasi; in base al gene mutato, infatti, viene influenzato il metabolismo degli acidi grassi a catena più o meno lunga con manifestazioni sintomatiche leggermente diverse in base al tipo di acidi grassi coinvolti:

  • se il deficit riguarda gli acidi grassi a catena corta la malattia può essere asintomatica o manifestarsi in età adulta con debolezza muscolare. Se i sintomi compaiono durante l’infanzia in genere sono riconducibili a debolezza muscolare, ipoglicemia, mancanza di energia e attacchi convulsivi. I sintomi possono aggravarsi durante il digiuno o in caso di malattie debilitanti, come influenze o infezioni batteriche.
  • se il deficit riguarda gli acidi grassi a catena lunga (in caso di malattia in omozigosi) i primi segni della malattia compaiono durante l’infanzia e riguardano difficoltà nell’alimentazione, mancanza di energia, ipoglicemia, debolezza muscolare, problemi al fegato e alla retina. Anche in questo caso i sintomi tendono ad aggravarsi in caso di digiuno o malattie debilitanti. In caso di mutazioni in eterozigosi i sintomi sono molto blandi e bastano alcuni accorgimenti alimentari e di stile di vita per condurre una vita normale!

 

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Autore Serena

Ciao sono Serena, Health Coach, Personal Nutrition trainer ed esperta in Analisi del Microbiota. Il mio compito è quello di aiutare le persone a trovare il corretto stile di vita e alimentazione attraverso dati oggettivi ottenuti da analisi di disbiosi intestinale (microbiota) e genetiche.

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