1. L’olio di cocco è veramente così portentoso come tutti dicono?
Periodicamente internet viene sommerso di informazioni riguardanti alimenti miracolosi oppure, al contrario, deleteri per la nostra salute. Protagonista di tali dibattiti è l’olio di cocco che, secondo Google, sembrerebbe essere un aiuto prezioso per dimagrire e soprattutto per farlo velocemente e con meno senso di fame. Quindi, a detta dei molti blogger e blog della rete, sembrerebbe un alimento da introdurre nella dieta assolutamente.
Cominciamo a fare chiarezza tra le informazioni che descrivono proprietà e benefici dell’olio di cocco.
Innanzitutto, si tratta di un grasso vegetale ottenuto dalla palma da cocco ed è un prodotto che, insieme ai suoi derivati, è ampiamente adoperato non solo come alimento, ma anche nell’industria chimica e farmaceutica. L’olio si può estrarre dalla polpa, dalla farina, dal latte o dalla polpa essiccata (copra).
Possiede un punto di fumo relativamente basso 177° e per questo non è adatto per la frittura. (Olio di Palma: 240° / Olio extravergine di oliva: 190°)
2. Composizione dell’olio di cocco
L’olio di cocco è così composto:
- 87% da acidi grassi saturi (45% acido laurico)
- 6,3% da acidi grassi monoinsaturi (acido oleico)
- 1,6% da acidi grassi polinsaturi(acido linoleico)
Dovrebbe saltare all’occhio l’elevata presenza di acidi grassi saturi il cui consumo dovrebbe essere limitato al 10% massimo dell’apporto calorico giornaliero in quanto correlati allo sviluppo di malattie cardiovascolari. Da questa prima premessa appare evidente come un suo impiego nella quotidianità o per più volte al giorno non sia fattibile in vista di una sana e corretta alimentazione, se non per un lasso di tempo breve o per un preciso obiettivo alimentare.
La prima considerazione però che viene fatta sull’olio di cocco è dovuta al suo buon contenuto di acidi grassi saturi a catena media.
Questi particolari acidi grassi non si assimilano nel corpo nella stessa modalità digestiva e di assorbimento di quelli a catena lunga quindi non necessitano di essere solubilizzati dai sali biliari, ma vengono direttamente immessi nel circolo ematico. Per questo motivo, sono particolarmente utili quando si hanno problemi digestivi, patologie legate alla bile (ostruzione dei dotti biliari, deficit produttivi ecc…) e della lipasi pancreatica.
Tuttavia, l’acido laurico che è un grasso a catena corta contenuto nell’olio di cocco sembra abbia l’effetto di aumentare sia le LDL (colesterolo “cattivo”) che le HDL ( colesterolo “buono”), anche se in modo “modesto” rispetto all’ acido palmitico e miristico.
3. Olio di cocco tra luci e ombre
I dubbi e le contraddizioni su proprietà e benefici dell’olio di cocco sono ancora molti, soprattutto perché non abbondano le pubblicazioni scientifiche riguardanti questo olio testato su esseri umani anziché su animali.
Riguardo agli acidi grassi a catena media si legge che aumentano l’energia (a parità di kcal) e fanno bruciare più grasso, ma gli articoli a nostra disposizione al momento non hanno dimostrato nessuna panacea contro l’obesità o effetto dimagrante mangiando olio di cocco, se non una maggior termogenesi in pasti con MTC dall’inglese Medium Chain Triglycerides che sarebbe acidi grassi a catena corta (tipo il 4% in più).
Altri studi riguardano le popolazioni indigene, dove la palma da cocco è molto diffusa, che non soffrono di malattie cardiovascolari. Ma il merito non è certo attribuibile all’olio di cocco quanto al fatto che consumano molto anche le noci di cocco (ricche di fibre, minerali e vitamine), seguono uno stile di vita lontano da agenti inquinanti ambientali, stress emotivi e psicologici, cattive abitudini alimentari.
Concludendo possiamo affermare che non ci sono limitazioni nell’introdurre l’olio di cocco nelle nostre abitudini alimentari. Il solo accorgimento da avere è quello che venga assunto in quantità modeste e non in sostituzione di altri oli e grassi. Attualmente, l’unico olio vegetale di cui si decantano le sue proprietà e benefici salutistici è l ’Olio Extravergine di Oliva.
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Bibliografia: