Microbiota ed infiammazione intestinale esiste una possibile correlazione tra le due parti?
Quando si parla di infiammazione intestinale ci riferiamo alla malattia infiammatoria intestinale, una malattia che si protrae nel tempo, che si alterna a periodi in cui si acuisce e periodi in cui rimane silente ed interessa prevalentemente il tratto gastrointestinale. Questo genere di patologia ha diverse cause, ancora non tutte chiare, ma per la maggiore sono attribuibili a fattori genetici, al sistema immunitario del singolo individuo, allo stile di vita e alle sue scelte alimentari.
La dieta nello sviluppo delle malattia infiammatoria intestinale, per i soggetti geneticamente predisposti è un fattore di rischio importante soprattutto se il soggetto soffre di un alterazione del suo microbiota intestinale come una disbiosi intestinale.
Le due principali manifestazioni della malattia infiammatoria intestinale sono la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. La malattia di Crohn può colpire qualsiasi area del tratto intestinale, mentre la colite ulcerosa si verifica solo nel colon e dall’ esame della colonscopia emerge la formazione di pseudopolipi ed aree diverse di infiammazione.
Ma qual è la relazione tra microbiota ed infiammazione intestinale?
Microbiota e malattia infiammatoria intestinale.
Per microbiota intestinale si intende l’insieme dei microrganismi che popolano il tratto gastrointestinale e che vivendo in simbiosi con l’organismo sono in grado produrre vitamine, facilitare la digestione di determinati substrati alimentari e modulare il sistema immunitario. Inoltre, competendo con i patogeni, che introduciamo con il cibo ingerito o con qualunque altra cosa che ingeriamo, è in grado di produrre batteriocina e sostanze come li acidi grassi a catena corta (SCFA): proprionato, acetato e butirrato, il microbiota è in grado di difendere efficacemente da infezioni batteriche.
Il microbiota intestinale dipende e vive in virtù dell’ambiente intestinale in cui si ritrova e beneficiando delle sostanze nutritive che l’individuo li mette a disposizione. Per questo, stile di vita, dieta, igiene e consumo di antibiotici portano a cambiamenti importanti nella sua composizione che occorrerebbe monitorare nel tempo attraverso l’analisi del microbiota per non incorrere nel lungo periodo a risolvere problematiche più gravi.
Sembra chiaro, dunque, come la velocità nell’insorgenza della malattia infiammatoria intestinale che si può manifestare in rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn sia direttamente correlata ad uno stato di disbiosi intestinale. Monitorare i cambiamenti del microbiota intestinale sembrerebbe assumere un ruolo fondamentale nel determinare l’insorgenza della malattia in soggetti geneticamente predisposti.